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martedì 17 aprile 2012

[Portrait] Luca Archibugi

Avevo una ventina d’anni quando vidi Pagliarani per la prima volta, intorno al ’77. Frequentavo il laboratorio di poesia che teneva in Via Pompeo Magno, a Roma, nella parte alberata vicina al Lungotevere. Il primo impatto fu con lo sguardo: esso sembrava schivare ogni visione diretta; in realtà era come se sorgesse da un luogo affine, ma esiliato. Le parole che potei scambiare – sia allora che dopo – non furono molte. Non tanto era scontroso; era come se dall’impatto con un altro essere dovesse scaturire ogni volta qualcosa di essenziale, da cui fosse bandito lo scialo della conversazione. (..) Era scrittura ogni carica di pipa, ogni intonazione, senza compiacimento né compiacenza. (..) [Luca Archibugi]

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